Una cosa piccola ma buona è un racconto di Raymond Carver,
appartenente alla raccolta “Cattedrale” del 1983.
È sabato mattina, una giornata impegnata per Ann, mamma di Scotty, intenta nei preparativi per la festa di compleanno del bambino.
Piccolo salto temporale: è lunedì, compleanno di Scotty, e
qualcosa cambierà per sempre le sorti della famiglia.
Una cosa piccola ma buona è un racconto, una storia, uno squarcio di vita, dolore, amore.
È l’attimo che s’immola, trascendendo in eterno: è un
istante che ricordi per sempre.
Il racconto stesso è indimenticabile.
Una cosa piccola ma buona è ricco di significati, richiami, ma
anche presagi costanti, seminati qua e là e che, soltanto alla fine, fanno
riflettere.
Una cosa piccola ma buona è un gesto, di quelli all’apparenza insignificanti
ma pregni di comprensione, empatia…
Vi ho parlato solo di questo racconto perché è il mio racconto, quello consigliato alle medie, quando ancora si chiamavano medie, da un’insegnante appassionata dell’arte e che spargeva sulla strada dei suoi alunni piccole briciole di letteratura.
Una cosa piccola ma buona è penetrato in me come se fosse un
ricordo, come se realmente avessi conosciuto la forza di Howard, padre di
Scotty, come se Ann avesse comprato una torta anche per il mio compleanno e mi
chiedo: possibile che non abbia mai giocato con Scotty?
Questa storia entra nel cuore e vorrei tanto sapere,
conoscere, il vostro racconto del cuore.
Mi raccontate una storia piccola ma buona?