Mogli e concubine, ripubblicato ultimamente con il titolo Lanterne rosse, è un romanzo di Su Tong.
Ambientato in una Cina pre-rivoluzionaria, che fatica a
lasciarsi alle spalle le usanze del medioevo, narra le vicende di Songlian,
quarta moglie di Chen Zuoqian.
Songlian è una ragazza intelligente, che frequenta l’università,
ma che alla morte del padre si troverà a fare i conti con la realtà cinese dell’epoca.
Sarà obbligata a scegliere: lavorare o sposarsi; decidere di
diventare una maggiore o una minore, e quest’ultima sarà proprio la sua scelta.
Il titolo stesso ci propone una gerarchia all’ interno della
famiglia Chen: c’è la prima moglie, Yuru, che ha più potere, poi a seguire le
altre, le concubine…
La freddezza, la praticità e la forza con cui Songlian sceglie
il suo destino, pian piano lasceranno il posto alla gelosia, alla solitudine; alla
consapevolezza di non esser l’unica, di non esser più la preferita, all’inadeguatezza
verso le rigide regole, morali e non, che dominano la casa padronale.
Mogli e concubine è un romanzo duro, crudo, spietato, non c’è
spazio per i buoni sentimenti, poiché è un romanzo in un cui l’arrivismo domina
all’interno della famiglia stessa: tutte ambiscono al ruolo di preferita di Chen
Zuoqian.
L’atmosfera è intrisa di misticismo, legato alla presenza di un pozzo maledetto, a un presagio di
morte, a spiriti passati, e a quelli futuri…
In un mondo maschile e maschilista; gli uomini, ognuno a modo proprio, temono le donne e il potere che queste esercitano.
Ciò che maggiormente mi ha colpita è la figura della donna spietata,
maligna, disposta a tutto, alla quale si oppone una donna sensibile, in grado
di amare con tutta se stessa.
L’amore è la
debolezza di alcune, amare significa inevitabilmente avere qualcosa e qualcuno
da perdere, soprattutto se stesse...